A breve nelle sale Gli Orsi non esistono, il nuovo film drammatico di Jafar Panahi, arrivato in chiusura di concorso al festival di Venezia aggiudicandosi subito uno dei Leoni di questa 79a edizione. Una doppia narrazione, con un film nel film. Un regista, lo stesso Panahi, sta girando un film “ a distanza”. Dall’Iran dirige la sua troupe che si trova in Turchia, e Il film che stanno girando narra la storia di una coppia Iraniana che cerca di raggiungere l’Europa dalla Turchia, in cui si è momentaneamente rifugiata.
Gli orsi non esistono. Trama
In una sovrapposizione di realtà e messinscena, si impongono le domande che sorgono dalla contrapposizione tra il vissuto e la sua narrazione. Gli Orsi non esistono narra di un regista, lo stesso Panahi, che sta girando un film «a distanza», Dall’Iran dirige la troupe e gli attori in Turchia e per essergli più vicino si trasferisce in un piccolo villaggio al confine, I problemi tecnici rendono la situazione molto complicata, ma l’umanità dei suoi ospiti compensa le difficoltà. La storia del film che stanno girando è quella di una coppia iraniana fuggita in Turchia che cerca di arrivare in Europa senza i documenti ed è costretta a percorrere la strada dell’illegalità. Protagonista di quest’opera via zoom è una coppia molto innamorata che deve scappare clandestinamente dal paese ed è in cerca di passaporti falsi. Mentre nella località dove vive Panahi, ospite di una famiglia accogliente e semplice, è in corso un’altra storia d’amore che potrebbe essere compromessa da una foto che il regista avrebbe fatto alla coppia sbagliata. Di fatto dopo un po’ la presenza di Panahi diventa scomoda, comincia a dare fastidio ai locali che temono di avere problemi con il potere iraniano. Sono due i grandi interrogativi che pone questa nuova opera di Panahi: la scelta di rimanere nel proprio paese e il ruolo dell’artista nella società. In una scena Panahi, arrivato al confine, sceglie di non attraversarlo, e fa un passo indietro. La sua scelta è quella di rimanere, di non fuggire, di affermare una parola pure se destinata alla sconfitta, e di dedicare la sua intera vita al cinema e alla denuncia.
Cast
Oltre al al regista Jafar Panahi, nel ruolo di se stesso, troviamo Mina Kavani, Naser Hashemi, Vahid Mobasheri, Bakhtiyar Panjeei Reza Heydari, Mina Khosrovani.
Anticipazioni e curiosità
Panahi è stato condannato lo scorso luglio a sei anni di carcere dal regime oscurantista iraniano per avere firmato una lettera pubblica contro l’arresto del regista Mohammad Rasoulof. Da anni è obbligato a rimanere nel Paese, a non prendere la parola pubblicamente, a non girare film.
Prima della proiezione del film, sul red carpet del Palazzo del Cinema hanno sfilato Julianne Moore, Sally Potter, Alberto Barbera, Roberto Cicutto, Laura Bispuri, Isabelle Coixet, Rocio Munoz Morales e un centinaio di persone per attirare l’attenzione sulla situazione dei cineasti finiti in manette. A scandire il flash mob, tanti cartelli con la scritta ‘Liberate Panahi’.
Standing ovation al Palazzo del Cinema per il Premio SPeciale della Giuria a Jafar Panahi. “Viva loro, viva la sovversione e viva il cinema!”, queste le parole di Luca Guadagnino, appena premiato con il Leone d’Argento alla Mostra di Venezia, che ha dedicato il riconoscimento ai registi iraniani Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, arrestati nel loro Paese come Jafar Panahi.
Il titolo si riferisce al fatto che è la paura ad alimentare il potere, che in sé non esiste, proprio come gli Orsi.