stella mccartney

Dieci anni fa la famosa sfilata parigina di Stella McCartney, che per la stagione Autunno Inverno 2013/2014 immaginava una donna dalla sensualità sofisticata, mescolata a un pizzico di androginia. Nel gioco degli opposti, le linee si mescolano lasciando affiorare in superficie una latente mascolinità pragmatica e seducente.

Fu Parigi ad accogliere l’attesa sfilata dell’instancabile Stella McCartney, che era anche impegnata nell’iniziativa benefica del Red Nose Day, ed ebbe un front row davvero d’eccezione e così ghiotto da dare ai fotografi presenti all’evento l’imbarazzo della scelta: oltre a Sir Paul McCartney, Bono Vox e Ali Hewson, fecero la loro apparizione la celebre Twiggy, super model degli anni Settanta, l’attrice Jessica Alba, la bellissima top model russa Natal’ja Vodjanova e l’attrice nonché fashion designer Nicole Richie.

Impossibile non distrarsi considerando le celebrità presenti, ma Stella McCartney riuscì ugualmente a stupire e a richiamare la dovuta attenzione sulle creazioni disegnate per l’Autunno Inverno 2013/2014.

Il personalissimo, inconfondibile tocco personale

La talentuosa stilista britannica interpretò in modo del tutto personale e sicuramente convincente il tema dell’androginia, tuttora ricorrente nelle riflessioni di molti designers – Miuccia Prada, Hedi Slimane e Alexander Wang, solo per citarne alcuni – e accolse con intelligenza le provocazioni di stile che da tanti anni oramai tentano di metabolizzare una femminilità profondamente sensuale e al contempo forte e decisa, rispecchiando il cambiamento interiore vissuto da molte donne nella società attuale.

La sua collezione propose una serie di outfit elegantemente sofisticati e romantici, che tuttavia traevano una sfacciata ispirazione da alcuni capi cult del guardaroba maschile, ai quali la stilista infonde tutto il profumo della seduzione femminile senza privarli della loro pragmaticità.

Le nuance scelte viravano sapientemente dal nero alle diverse sfumature del grigio, poi il bianco, il prugna, il viola brillante. Molto maschile l’uso del gessato e del tartan, che si addolciva attraverso tonalità pastello.

Anche nei materiali emergeva il gioco degli opposti: dalla pesantezza di lana, feltro di lana, tweed, maglia, all’uso leggero e impalpabile di seta, chiffon, raso e pizzo.

I cappotti oversize di taglio maschile si ammorbidivano diventando cocoon ed enfatizzando le spalle così come i tailleur, che però avevano gonna ampia godet e disegnavano una silhouette molto fluida. E ancora: abiti-maglione con inserti in pizzo, comodissime tute da jogging, abiti lunghi in seta effetto blouson o senza spalline.

Dettagli come drappeggi, tagli asimmetrici e orli irregolari donavano agli abiti il senso di una femminilità chic, mai privata di una fresca vestibilità.

Gli accessori? Raffinati cap con visiera, borse a mano rettangolari e stivaletti con suola a carro armato.