Il mondo dei videogame non è soltanto costituito da giochi di logica, combattimenti, corse automobilistiche o da sfide dal sapore fantasy: all’interno di questo universo, c’è spazio anche per qualcosa per titoli colmi di eros sempre più realistici.
Non è facile avvicinare al mondo dei videogame l’eros: ciò a causa dell’atteggiamento censorio assunto per diversi decenni dai produttori di giochi. Quest’epoca, però, sembra essere ormai destinata a tramontare, per lasciare spazio invece a titoli in cui l’erotismo sia protagonista in prima linea, soprattutto, per quel che riguarda lo sviluppo a cavallo tra realtà aumentata e virtuale.
Il curioso legame tra eros e videogame
Per trovare i primi esempi di vicinanza tra i videogiochi e il mondo erotico, bisogna procedere a ritroso esattamente fino al 1982, anno in cui venne pubblicato un gioco dal titolo emblematico, Custer’s Revenge, in cui un soldato si addentrava in un campo di indiani nativi, superando diverse traversie, per poi giungere a violentare una donna della tribù indiana, un esempio di accostamento tra sesso e gioco che, all’epoca, creò non pochi grattacapi a questa piccola software house, la Mystique.
Inutile ricordare come le conseguenze di questa scelta editoriale furono pesanti per la software house: dopo esser stata citata in giudizio – nonostante le 80.000 copie del gioco vendute, a testimonianza di un certo riscontro tra il pubblico – la stessa Atari, che ne approvò la vendita per la sua console 2600, intentò causa alla Mystique, facendo sparire il prodotto dagli scaffali e, inoltre, inducendo la Nintendo ad adottare una linea intransigente verso i titoli erotici nel momento in cui la console NES venne proposte negli USA.
Dopo questa avventura, nel mondo dei videogame apparvero titoli principalmente destinati ai PC, quasi come se si cercasse di evitare un confronto con i sostenitori della censura, della cesura tra il mondo del divertimento e quello del sesso: giochi che si ricordano di questo periodo, sono sicuramente Samantha Fox Strip Poker, Emmanuelle, Sinbad and the throne of the falcon, con una concezione comunque ancora ben lontana da quello che ci si potrebbe immaginare oggi.
Il caso più emblematico di come non si fosse comunque ancora giunti ad una vera maturità, si manifestò con il titolo Grand Theft Auto San Andreas, con il codice Hot Coffee: nel gioco, il protagonista doveva aver rapporti con delle donne incontrate sul suo percorso, utilizzando il pad.
Questo codice (segreto) era stato lasciato nelle versioni per PS2 e Xbox e, grazie ad alcuni hacker, lo stesso venne reso visibile: il Senato degli USA, addirittura, decise di elaborare un nuovo codice per la censura nell’ambito dei videogame. Il tutto, in netto contrasto con quanto succedeva per contro nel mondo asiatico, dove in Giappone con l’Hentai si andava affermando un modello di videogame in cui l’erotismo andava braccetto con il concetto di gioco, molto diversamente da quanto proposto in Occidente.
Nonostante ciò, nel futuro prossimo – testimonianza ne è il gioco Wicked Paradise – il sesso entrerà a far parte dei giochi sfruttando anche gli sviluppi recenti della realtà virtuale, mettendo anche in discussione l’approccio censorio, che finora ha sempre messo all’indice questo aspetto importante della vita (e normalità umana) senza scagliarsi spesso con lo stesso zelo nei confronti dei combattimenti molto violenti.