Forse continuare a parlare di The Last of Us può risultare stucchevole, ma in quest’articolo vorremo approfondire un’altra piccola perla offertaci dai tipi di Naughty Dog, ovvero Left Behind, l’espansione single player in vendita al prezzo di 14,99 euro su PlayStation Network. Left Behind è un capitolo aggiuntivo del videogioco pluripremiato The Last of Us, in grado di gettare nuova luce sul personaggio di Ellie, approfondirne la conoscenza e la personalità e scoprire qualcosa in più sul suo passato. Un passato che ha il volto scuro di una ragazza di nome Riley, con lei detenuta in quarantena nei dintorni di Boston, e con la quale ha vissuto un momento intenso ed emozionante la cui conclusione però già conosciamo. Poco importa, perché Left Behind riesce a emozionare, commuovere e stupire a ogni fotogramma per secondo e si rivela un’ottimo prequel (se così si può definire) di The Last of Us.

Recensione The Last of Us – Left Behind: perché vale la pena acquistarlo

Forse 14,99 euro per un videogioco che dura dalle 2 alle 3 ore e mezza di gameplay sono un po’ troppi, ma allo stesso tempo avrete la possibilità di godervi un altro pezzo di storia del videogioco più bello del 2013, ripiombando nell’oscuro universo dominato da clicker, runner, stalker, bloater e sopravvissuti ostili con l’occasione di conoscere qualche informazione in più sulla storia di Ellie e su The Last of Us in generale (non mancheranno infatti alcune sorprese). Quindi, vale la pena acquistare Left Behind? Secondo noi sì.

C’è molta storia, un bel po’ di giocabilità, diverse dinamiche stealth e, soprattutto, emozioni a fior di pelle. Sì, perché tra i maggiori punti di forza di questa espansione figura l’emotività, con lo script, sempre magistrale e superbo, che riesce a condire elementi di narrazione eccellenti dove ogni cosa è al suo posto: dalla colonna sonora del premio Oscar Gustavao Santaolalla all’aspetto visivo, molto importante nei primi piani e assoggettato alla componente emotiva e narrativa, dal game play (il solito) alla struttura in generale della storia.

Niente stona in Left Behind, tutto è messo al posto giusto per farci vivere qualche ora di esperienza intensa, in grado di incollarci davanti al televisore per sapere come va a finire (anche se lo sappiamo già). Elementi, questi, che alla fine rappresentano il vero succo di Left Behind, il motivo per cui può piacere davvero così tanto.

Non è un caso che Naughty Dog stia pensando a un sequel di The Last of Us, ma solo se non si corra il rischio di cadere nella ripetitività. Insomma, niente investimenti sicuri, né strategie da blockbuster: il bello di The Last of Us sta proprio nel suo essere un videogioco d’autore. E a noi piace proprio così.