apocalypse max

Bisogna ammetterlo, Metal Slug è stato e sarà per sempre uno dei migliori sparatutto lineari in 2D della storia, la sua grafica piena, al limite del fumettoso metteva simpatia e, nel contempo, il gioco veloce e ritmato faceva delle difficoltà sempre nuove il suo punto di forza.
Arrivati a questo punto sarebbe ovvio recensirvi appunto Metal Slug ed invece voglio parlarvi di Apocalypse Max: Better Dead Than Undead un diretto e promettente discendente uscito nel 2012 che, superata la titubanza, si ritaglia sicuramente uno spazio nella giornata di gioco anche del gamer meno accanito.
Le avventure del nostro Max si svolgono in un’isola infestata dagli zombie che, nel tentativo di mangiare qualcosa si getteranno addosso al nostro eroe che, dal suo canto, è interessato solo ad attraversare il livello raccogliendo più munizioni e monete possibili.

La game experience

La storia è la classica a livelli dove ogni livello superato sbloccherà un nuovo livello permettendoci così di avanzare per l’isola in cerca di un’oasi di pace.
La grafica è semplice ma pulita, le animazioni per le morti degli zombie forse sono un pochino ripetitive ma questo può essere visto sia come difetto che come pregio, difatti, da quella sensazione di cabinato da sala giochi anni ’80 che a me è piaciuto molto.
I comandi sono un pochino complessi, non per i comandi in se ma per il problema intrinseco di un gioco su schermo touch, non avendo un ritorno tattile del pulsante capita non di rado di intrecciarsi e di sbagliare azione, mi sono ritrovato a lanciare granate mentre volevo solo saltare e viceversa, non lo si può certo imputare al nostro amico Max ma è sicuro che una migliore disposizione dei comandi (soprattutto il cambio arma) avrebbe facilitato la nostra avventura.

I suoni sono taglienti e incisivi, molto adatti per la grafica e lo spirito del gioco.
Tirando le somme nulla ne di nuovo ne di entusiasmante ma, almeno, una bella rivisitazione in chiave moderna di un classico senza età.

Voto 7/10