far cry 3

Ritornano gli scenari tropicali della serie Far Cry, preparatevi per uno shooter al limite della follia.

Dopo il passo falso del secondo capitolo, Ubisoft torna sui suoi passi realizzando un intero arcipelago per Far Cry 3. Ci troviamo sulle isole Rook, un paradiso esotico immerso in bianchissime spiagge, vaste radure e foreste piene di vita. Un’isola da sogno, o quasi.

Da gita turistica all’insegna di sport estremi e fiumi di alcol, ben presto il viaggio di Jason Brody, il nostro alter ego, si trasformerà in un vero e proprio incubo. Non è facile attribuire il ruolo di protagonista a Jason Brody, incalzato per tutta la trama da Vaas, l’antagonista pazzo e sadico che in più di un’occasione riuscirà a conquistare la stima dei giocatori. Questo grazie l’ottimo lavoro svolto da Ubisoft nel caratterizzare ogni personaggio presente, dai protagonisti come per esempio l’antagonista Vaas, alle comparse presenti in brevi frangenti di storia.

La game experience

La trama, basata sulla più classica vendetta del protagonista, dopo i primi minuti inizia ad allontanarsi da Jason, focalizzandosi sulla vastissima quotidianità dell’arcipelago. Proseguendo la quest principale, la storia scorre fluidamente sotto i nostri occhi, portando sullo schermo attori digitali che riescono a raccontare in modo perfetto il susseguirsi delle vicende nell’isola, grazie anche a un ottimo doppiaggio in italiano, a modelli poligonali ed espressioni facciali parecchie spanne sopra a titoli simili.

In poco tempo dovremo assimilare un vasto numero di informazioni legate alla politica dell’isola, alle due fazioni presenti e alla geografia dell’arcipelago. Tutti questi elementi ci serviranno con il proseguire della storia, e in modo particolare per avere un vantaggio tattico in quello che è il vero fulcro del gioco, le sparatorie. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di uno shooter in prima persona, diviso nella classica formula di missione principale e secondarie.

Il nostro arsenale sarà costituito da ogni sorta di fucili d’assalto, mitragliatrici, fucili di precisione e ordigni esplosivi. Ogni arma potrà esser poi accessoriata quasi a piacimento, e dopo aver assemblato fondine supplementari grazie alla caccia, avremo anche la possibilità di trasportare fino a quattro armi contemporaneamente.

L’equipaggiamento trasportabile da Jason andrà man mano aumentato grazie alla creazione di sacche, fondine e borse, utili a trasportare un numero maggiore di munizioni e stim-pack che ad inizio avventura sono molto limitate. Oltre al fitto arsenale a disposizione, Jason acquisirà delle abilità divise in tre categorie: combattimento, furtività e guarigione. Toccherà al giocatore decidere quale abilità sbloccare per esaltare al massimo il proprio stile di gioco. Il tutto all’interno di un free roaming totalmente esplorabile e dall’altissimo contenuto tecnico.

Non sarà così raro fermarsi nel bel mezzo di una missione o allungare di molto il percorso solo per osservare il meraviglioso paesaggio digitale dell’arcipelago di Rook, simulato a meraviglia grazie anche ad un sistema giorno/notte e di variazione delle condizioni atmosferiche. L’intera mappa però non sarà subito visionabile, ma dovrà esser sbloccata manualmente dal giocatore tramite delle torri radio sparse per lo scenario (un po’ come avviene in Assassin’s Creed 3), dando anche la possibilità di sbloccare gratuitamente armi più avanzate.

Dopo alcune ore passate tra obiettivi primari, esplorazione e missioni secondarie, ci si accorge che la vastità della mappa si rivela esser poco “sfruttata” dal team di sviluppatori. Di cose da fare ce ne sono a tonnellate, come per esempio la caccia o la raccolta di collezionabili, ma sembra che tutto quello spazio non sia stato riempito nel modo giusto. Molto probabilmente il “vuoto” è dovuto più a una scelta di Ubisoft che ad un errore in fase di progettazione.

La scelta (sono tutte supposizioni personali) potrebbe esser legata alle console ormai in fase di pensionamento. La versione per PC è quella che rende maggiormente l’idea di capolavoro grafico, grazie anche all’hardware disponibile sul mercato, mentre le versioni per console rimangono ormai con la stessa grafica di titoli di qualche mese fa. Una scelta quindi fatta per non appesantire le versioni per console o per non differenziarla così tanto dalla versione su Windows.

Tornando a noi, un’altra meccanica che assomiglia molto alla liberazione dei fortini in ACIII, è la liberazione degli avamposti dei mercenari e dei pirati. Il giocatore dovrà insistere in più fronti della mappa per aiutare i ribelli locali a prevalere sui nemici comuni, in modo da avvantaggiarsi con la quest principale. Questa meccanica si dimostra un ottimo espediente per incollare ancor di più il giocatore alla storia, portandolo a controllare di continuo i vari scontri e i vari territori occupati.

In totale tutta l’esperienza di Far Cry 3 si attesta attorno alle 30-35 ore di gioco compreso la campagna multiplayer cooperativa, una storia totalmente differente da giocare in collaborazione con tre amici.

In conclusione, l’unico neo è costituito dall’immensità delle Rook Island, tanto magnifiche quanto “vuote”. Un difetto più che trascurabile se si pensa alla mole di contenuti offerti e all’ottima narrazione del titolo di Ubisoft.