impianti eolici

Gli impianti eolici hanno cominciato a svilupparsi negli anni ’70, e si sono sempre più diffusi partendo dal Nord Europa fino a raggiungere anche la parte più a Sud del nostro continente. Non sono sempre state le benvenute, considerando che, oggettivamente, rovinano il panorama in quanto non sono esteticamente belle. In più, i detrattori delle turbine sostengono che gli impianti eolici possano rovinare il clima, mutandolo.

Un recente studio sfata il mito

Lo sviluppo di impianti eolici in Europa ha un impatto estremamente limitato sul clima a scala intercontinentale, e così dovrebbe essere fino al prossimo futuro. Queste sono, infatti, le principali conclusioni di uno studio internazionale condotto da ricercatori francesi di CNRS (il Centro Nazionale delle Ricerche Francese), CEA (Ente francese per l’energia atomica e le energie alternative)  e UVSQ (Università di Versailles Saint Quentin en Yvelines), in collaborazione con INERIS ((l’Istituto nazionale che si occupa di impatto ambientale e dei rischi derivanti dal settore industriale in Francia) e con l’italiano ENEA. Lo studio è stato guidato da Robert Vautard, e vi ha partecipato il ricercatore Paolo Michele Ruti, responsabile del Laboratorio Modelli Clima e Impatti dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie (Enea).

Sono risultati a cui si è giunti in seguito a simulazioni climatiche che volevano monitorare l’effetto degli impianti eolici in Europa sul clima, tutto sulla base di uno scenario realistico che prevedeva un aumento di energia eolica raddoppiata entro il 2020, in base agli impegni dei Paesi Europei.

Lo studio è stato pubblicato a febbraio 2012 sulla rivista Nature Communications. Tali studi nascono dal fatto che è stato dimostrato come la circolazione atmosferica può essere modificata, così come le temperature e le precipitazioni. Infatti, nei pressi degli impianti eolici, è stato osservato un significativo aumento delle temperature, soprattutto di notte.

In questo studio, gli scienziati hanno comparato delle simulazioni climatiche eseguite con e senza l’effetto di turbine eoliche, e la conclusione principale è che si tratta comunque di una differenza molto piccola tra le due situazioni, considerando che la differenza di temperatura è di 0,3°C al massimo, e questo limite si raggiunge più che altro in inverno.

Vi sarà poi la necessità di effettuare nuovi studi che utilizzeranno altri modelli e diversi scenari per lo sviluppo di energia eolica, al fine di determinare le esatte conseguenze di una distribuzione ancora più massiccia di energia eolica entro il 2050.

Questo studio è stato realizzato con il sostegno di IMPACT2C, il progetto europeo in cui l’Italia partecipa rappresentata dall’ENEA, e del progetto DSM-Energie del CEA.