A leggere il titolo sembrerebbe impossibile costruire delle case in plastica riciclata. Eppure basta un telaio in legno, poliestere, bottiglie di plastica e fibra di vetro per mettere in piedi un’abitazione ecocompatibile, robusta e smontabile. Quest’idea è venuta a un gruppo giapponese che si è ispirato alle tradizionali abitazioni della popolazione Ainu.
Plastica riciclata, le case
Un’invezione, o meglio una rivistazione in chiave moderna di quelle che erano le abitazioni degli indigeni Ainu quella degli architetti del celebre studio Kengo Kuma and Associates. La casa in plastica riciclata si basa sulle antiche chise, ovvero abitazioni di erba e bambù che erano dotate di un camino centrale realizzato con il terreno.
Grazie al materiale isolante costituito da bottiglie riciclate, le Meme Meadows, questo il nome delle “chise moderne”, sfruttano il calore proveniente dal pavimento eliminando il bisogno di riscaldamento, anche in pieno inverno. Inoltre, non vi è nessuna fonte di illuminazione poichè le pareti lasciano filtrare la luce e sembra di stare all’aria aperta ed in piena sincronia con la natura.
E’ proprio questo materiale sottile ed isolante a formare la membrana con cui viene rivestito lo scheletro in legno delle case: questo strato sottile e translucido che sostituisce le tradizionali parete èrealizzato con la plastica delle bottiglie ed è assolutamente leggero e facile da smontare. A terra, invece, il pavimento è fatto di stuoie di bambù.
Le costruzioni sperimentali
Le Meme Meadows sono costruzioni sperimentali situate principalmente nella città di Hokkaido, in Giappone, con l’obiettivo di testare i diveris materiali utilizzati nella costruzione e sopratutto la loro capacità di isolamento. Per ora viene utilizzata anche la fibra di vetro, ma grazie al sistema di analisi dell’ambiente esterno anche questo materiale potrebbe essere sostituito con un’alternativa più green.