mappa concettuale

Gli studenti di terza media inferiore e di quinto anno delle superiori probabilmente stanno già pensando a che tipo di tesina affrontare agli esami. Trovare un argomento che tenga insieme nozioni specifiche affrontate durante l’anno didattico e coerenza sintetica ed esplicativa è spesso arduo. Un felice espediente per sopravvivere all’interdisciplinarità è partire da una semplice parola. Lasciamo un attimo da parte materie e programmi istituzionali e concentriamoci sul significato di un singolo termine ricco di significati e implicazioni teoriche… Da questa semplice parola sarà facile derivare linee, collegamenti, percorsi, piste e strade per dare vita a una vera e propria rete di concetti, a una mappa concettuale.

Come creare mappe concettuali

Partiamo con la A… La prima cosa che mi viene in mente è, vediamo un po’, “attualità“. Conoscete questa parola? A usarla, quello sì, la usate spesso… ma sapreste spiegarmi cosa significa? Partiamo da questo… Il sostantivo deriva dal latino medievale actualitas, a sua volta derivato da actus, l’atto, ciò che si manifesta, ha effetti e ha conseguenze reali. Nel linguaggio comune usiamo questo termine per descrivere sia la qualità di ciò che è conforme ai tempi vissuti (come moda e funzionalità), sia quello che succede nel presente o ciò che è successo nel passato prossimo (qualcosa che evidentemente ha effetti sulla contemporaneità), ossia come un sinonimo di fatto del giorno. Al telegiornale si parla di attualità per intendere gli argomenti più freschi e rilevanti della cronaca, quelli indispensabili per comprendere ciò che sta succedendo nel mondo. In filosofia il termine è invece legato al pensiero di Aristotele. Per il filosofo greco l’atto è l’esistenza dell’oggetto in quanto entità realizzata, realizzazione e fine di ogni ente. Ma parlare di Aristotele all’esame di Stato sarebbe improprio (ma possiamo benissimo abbinare i suoi concetti sull’attualità al commento del Paradiso di Dante, dove Dio è atto supremo, motore immobile dell’universo). Un filosofo più adatto ai programmi istituzionali potrebbe dunque essere Martin Heidegger, o al limite Giovanni Gentile, o ancora Bergson. Tutti pensatori che si sono interrogati sul senso dell’atto inteso come attualità e fenomeno. Così in letteratura inglese si potrebbe affrontare il problema del tempo e dell’attualità proposto dai modernisti (Joyce, Woolf). In letteratura italiana si potrebbe invece collegare l’attualità alla poetica dei Futuristi (che insieme alle altre Avanguardie in genere va bene anche in storia dell’arte) o di D’Annunzio, che resero la poesia un fatto attuale, un gesto contemporaneo e finalizzato all’espressione di se stessi e della modernità. L’attualità potrebbe poi essere collegata agli studi storici sul Secolo Breve e l’eternità della contemporaneità con e dopo la fine dei totalitarismi. In fisica potremmo parlare di atto e potenza, ossia di energia potenziale e di teoria del Big Bang e dei problemi di relatività legati all’attualità dell’universo. Et cetera, et cetera…

Il trucco è scegliere parole non troppo inflazionate (amore, pace, guerra, tolleranza, intolleranza, civiltà, desiderio…) e non troppo specifiche (computer, legno, cavallo…). Le commissioni premiano le mappe concrete ma non banali… E il gioco è fatto… Ogni termine possiede infinite possibilità di interazione e sviluppo, basta sceglierlo bene. Provate a giocarci voi. Con la B… Cosa vi viene in mente? A me, “bruttezza“… Cos’è la bruttezza? Perché nel Novecento l’arte l’ha rivalutata? Cosa c’è di brutto nella storia? Cosa ne pensava Darwin degli individui brutti? E Hitler? Chi dice cos’è bello e cosa è brutto?