scuola ospedale

Ci sono bambini, ragazzi e studenti meno fortunati, che non possono seguire un normale corso di studio in classe con gli altri compagni. La vita non lo permette. Disagi, malattie, impossibilità fisiche o materiali tengono quenti giovani lontani dal luogo naturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la scuola. Sono infatti costretti in casa o in ospedale per lunghi o lunghissimi periodi. Il MIUR prevede per tutto il territorio italiano servizi di “scuola a domicilio” o “scuola in ospedale” fin da metà degli anni Ottanta del secolo scorso. “L’attività didattica rivolta ai bambini ricoverati nelle strutture ospedaliere riveste un ruolo estremamente rilevante in quanto garantisce ai bambini malati il diritto all’istruzione e contribuisce al mantenimento o al recupero del loro equilibrio psico-fisico.”, recita la norma ufficiale del 1986. La scuola in ospedale è nata come un’iniziativa di solidarietà privata o assistenziale, basata sulla volontà e la disponibilità di singoli operatori, specifiche istituzioni. Oggi tale realtà è istituzionalizzata, una sinergia di interventi pubblici, privati, i famosi modelli integrati di interventi, che vogliono promuovere il benessere e la crescita della persona che versa in situazioni pratiche di difficoltà. Il servizio d’istruzione domiciliare per minori colpiti da gravi patologie è sempre più radicato nel territorio e trascende spesso le strutture sanitarie. Avendo a che fare col diritto allo studio è un servizio che riguarda non solo la sanità, ma prima ancora l’istruzione. Tale servizio deve dunque essere previsto all’interno del Piano dell’Offerta Formativa di ogni scuola.

Il servizio è diffuso per tutti gli ordini e gradi in moltissime zone della Penisola

Ma ciò non è abbastanza. Lo Stato deve garantire una presenza totale, in ogni struttura ospedaliera, in ogni comune. Il giovane che non può andare a scuola a causa di invalidità o malattia ha il diritto costituzionale ed etico di frequentare le lezioni, apprendere, conseguire un attestato d’istruzione. Tutto questo nonostante la malattia, i limiti, le contingenze e le disabilità. La scuola è un diritto, un’esigenza, una speranza, un legame con la vita e col futuro e va per questo estesa e garantita. Non si tratta solo di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e dell’assenteismo. Si tratta piuttosto di un bisogno inalienabile di dignità umana. A conclusione dell’ultimo anno scolastico, ciascun USR è invitato per questo a rendere conto al MIUR su quanto avvenuto nel proprio territorio relativamente alle azioni e all’impiego delle risorse assegnate per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare. Dall’analisi dei dati è chiaro che l’Italia è ancora indietro su tale piano e non tutti i comuni sono in grado di fornire un servizio essenziale al benessere della cittadinanza. Mancano infatti modelli d’intervento chiari, il personale degli ospedali non è sempre specializzato e c’è bisogno di un portale che aiuti le famiglie ad aggiornarsi sulla realtà e le possibilità della scuola a domicilio. Speriamo che il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero della Salute provvedano a risolvere la situazione. Con serietà, chiarezza e disponibilità.