Cosa succede se un ragazzo su cinque lascia la scuola senza completare gli studi obbligatori? Ogni anno settecentomila studenti tra i dieci e i sedici anni abbandonano gli studi. Il fenomeno è chiamato dispersione scolastica e ha un grave impatto sulla società italiana. Per tale ragione nasce uno studio di ricerca condotto dalla Onlus Intervita, l’associazione Bruno Trentin della Cgil e la Fondazione Giovanni Agnelli. Il progetto vuole indagare soprattutto le conseguenze dell’abbandono scolastico, l’impatto economico e sociale del fenomeno, e infine capire chi sono i ragazzi che abbandonano la scuola e perché. Studi precisi che nascono dalla volontà di prevenire e contrastare una cattiva consuetudine tutta italiana. Le aree di riferimento sociale prese in esame dalla commissione sono le province di Milano, Roma, Napoli e Palermo. Secondo l’Istat almeno il 18% dei ragazzi lasciano la scuola. Nel Sud Italia la percentuale supera il 22%. La media europea invece è del 13%, con l’eccellenza tedesca che segna uno scarso 10%. Certo la percentuale in Italia è in ribasso. Prima del Duemila gli abbandoni raggiungevano il 25%, ma l’Europa ha chiesto a tutti i Paesi dell’Unione di raggiungere una media inferiore al 10% entro il 2020. E l’obiettivo appare molto lontano. In un istituto palermitano la diserzione scolastica raggiunge il 40%. Quasi la metà degli studenti non frequenta più la scuola…
L’ex sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria qualche anno fa affermava che “…il miglioramento dei dati sulla dispersione c’è e deriva dallo sforzo immane delle scuole pubbliche. Ma è lento e assolutamente insufficiente. Il danno alle possibilità di sviluppo e il fallimento formativo sono stati finalmente messi in relazione con strumenti molto più fini che in passato“
Le dinamiche dell’abbandono sono delicate
Lo Stato non può permettere agli studenti di lasciare i banchi di scuola. Fuori dalle classi c’è solo disoccupazione, ignoranza, criminalità organizzata. Di questo parere è l’ex vice presidente del Senato, Valeria Fedeli, che commentò il dato della dispersione al Sud sottolineando il pericoloso legame con la criminalità, “…colpisce che nel Meridione quasi un ragazzo o una ragazza su quattro abbandoni la scuola: in un circuito esponenziale che unisce dispersione scolastica e disoccupazione giovanile con la criminalità. Con un danno per la società che perde capitale umano… Dobbiamo garantire azioni concrete per fare in modo che tante ragazze e ragazzi possano formarsi, puntare su se stessi e realizzarsi.” Chi deve farlo? Lo Stato Italiano, ovviamente. Perché la salute intellettuale e culturale delle nuove generazioni è la vita stessa della Nazione, risorsa genetica e struttura su cui cresce lo sviluppo, procede la società e l’esistenza stessa della Penisola. E sul versante economico i problemi sono altrettanto gravi. Un primo rendiconto sommario rileva che l’abbandono dalla scuola costa all’Italia 70 miliardi l’anno. I ragazzi che abbandonano gli studi troppo presto accetteranno lavori con retribuzioni più basse, in nero o saranno inoccupati e così l’economia ristagna e viene bruciato un ipotetico 4% di Pil…