come cambiare classe

Capita spesso di essere inseriti in una sezione o in una classe che ci pare davvero impraticabile. I professori, i compagni, l’ambiente non c’ispirano… E vogliamo fuggire, cambiare. Succede all’inizio dell’anno, ma può succedere durante o ancora alla fine. Cambiare sezione, cambiare istituto, cambiare indirizzo di studi… Si tratta di un diritto spesso legato a una vera necessità, a un grave disagio o a un’esigenza esterna. Trasferimenti, problemi familiari e personali possono motivare una decisione del genere in qualsiasi momento dell’anno. Non c’è nulla in teoria che vieti questa pratica. Non esistono per esempio termini di tempo per la richiesta di trasferimento. Se il motivo è oggettivo (cambio di abitazione, problemi fisici o di salute, problemi familiari, gravi problemi personali) nessuno si può opporre al cambio di scuola, anche se la richiesta arriva il secondo o il penultimo giorno di scuola. I dirigenti, i presidi e  i professori possono sconsigliare, rendere “difficile” la vita scolastica di chi si trasferisce, ma in concreto non possono fare molto. Più si va avanti nell’anno scolastico più queste resistenze aumentano, ovvio.

L’iter per coloro che vogliono cambiare classe

Chi vuole trasferirsi deve prima di tutto sapere dove e quando lo vuole fare. Il primo interlocutore deve essere il dirigente scolastico della scuola di destinazione. Bisogna infatti capire se c’è disponibilità, se ci sono posti nelle classi. Se non ci sono il trasferimento la cosa si complica. Tale dialogo deve essere fisico, di persona. Solo dopo tale incontro è consigliabile inoltrare la domanda formale, cartacea. In questo modo si evitano rifiuti immotivati e rallentamenti burocratici. I moduli per questa domanda si trovano in segreteria. I genitori o i tutori possono agevolmente chiederli lì e farsi spiegare come compilarli. Se il dirigente scolastico di destinazione e provenienza coincidono (nel casi di cambio di sezione) il problema dovrebbe essere risolto in pochi passaggi. Non c’è infatti bisogno di nulla-osta e tutto è gestibile dal dirigente in forma discrezionale. Qui però sorge un problema. Se non c’è nulla-osta non c’è neanche diritto al cambio. Il preside può sempre rifiutarsi. Quando il trasferimento è in un’altra scuola dobbiamo prepararci ad affrontare il preside o il dirigente della scuola da abbandonare per ottenere il nulla-osta. Per un preside perdere un alunno non è mai un evento positivo. Vari sistemi di verifica (tra cui l’INVALSI) tengono conto del numero di abbandoni per valutare la gestione scolastica. La faccenda è quindi molto delicata e bisogna procedere con gentilezza, calma e tanta chiarezza… Per le scuole superiori non ci sono limiti nel cambiare indirizzo scolastico. Spesso il motivo è legato alla volontà di cambiare semplicemente indirizzo di studi a causa del rendimento. La scuola di destinazione può però richiedere un esame integrativo nelle materie che non erano insegnate nell’indirizzo di provenienza. E qui tocca proprio studiare… Se il trasferimento è all’estero è necessario interpellare l’ambasciata del Paese nuovo e capire qual è l’iter.