Sarà anche una delle figure professionali tra le più “odiate” dai ragazzi tra i banchi di scuola; ma il mestiere del professore è quasi una missione: si tratta di formare e lasciare il segno della propria cultura sulle giovani menti, mentre iniziano a rapportarsi con il mondo. Una bella responsabilità.
La strada da intraprendere per diventare professori parte, ovviamente, dal titolo di studio. Dopo il conseguimento del diploma bisogna continuare gli studi iscrivendosi all’università. Se si vuole insegnare nelle scuole medie, superiori o nell’ambito universitario.
La facoltà da intraprendere dipende dalla materia che si vuole insegnare. Se si consegue la laurea in lettere si potrà insegnare varie materie, come italiano, storia, filosofia, greco e latino. Con la laurea in economia e commercio si potrà insegnare economia aziendale; mentre un laureato in giurisprudenza potrà insegnare diritto e cosi via. Insomma bisogna intraprendere il corso di studi della materia in cui poi ci si vorrà specializzare.
Ma dopo la laurea il percorso non è finito. Una volta per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado erano necessarie la laurea magistrale e 2 anni di SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario). Ma adesso il percorso è cambiato.
Dalle SSIS al Tirocinio formativo attivo: si passa dal sapere al sapere insegnare
Chiudono le SSIS per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio Formativo Attivo della durata di un anno, terreno di incontro tra scuola e università. Durante il Tirocinio sarà dedicato ampio spazio all’approfondimento della didattica con esperienze sul campo che facilitino il passaggio dal sapere al sapere insegnare.
In questo Regolamento è stato dato pieno riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni del personale docente.
L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei. E’ stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.
Il regolamento sulla Formazione iniziale, dunque, punta a raggiungere quattro obiettivi:
- focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie;
- sostituisce al sistema SSIS strutture più snelle, concentrate sull’incontro e sulla co-progettazione tra istituzioni scolastiche e università evitando autoreferenzialità, costi per il sistema e per gli studenti e abbreviando di un anno il percorso di abilitazione per la scuola secondaria;
- prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato;
- prescrive una rigorosa selezione del futuro personale docente.