Le neuroscienze, che da qualche anno stanno rivoluzionando il mondo della scienza cognitiva, sociale e psicologica, dicono di sapere come funziona esattamente la memoria umana. Un recente studio pubblicato su Scientific American Mind indica come poter applicare questa conoscenza alla vita scolastica, al momento più critico e noioso della formazione: lo studio. Secondo Elizabeth Marsch, John Dunlosky, Daniel Willingham e Katherine Rawson il trucco per studiare meno e prendere ottimi voti è lasciare perdere riassuntini ed evidenziatori. Ciò che funziona meglio per imparare e ricordare è l’autointerrogazione. A dimostrarlo studi sul cervello e applicazioni di più di settecento studi specifici. Ecco il nuovo segreto per l’apprendimento veloce ed efficace. Il suggerimento è quello di prepararsi dei post-it o dei foglietti. Da un lato scrivere la domanda, dall’altra la risposta. Un metodo che aiuta a ricordare visivamente e concettualmente e che stimola la sintesi. Un altro trucco è saper organizzare bene lo studio dosando impegno e riposo. Il famoso ripasso deve essere effettuato dopo qualche giorno di pausa. Almeno una settima, anche di più. Le informazioni mandate a memoria devono avere il tempo di sedimentare, vanno lasciate lì per un po’ a maggese.
I nostri consigli per gli studenti
Per gli studenti delle superiori che devono affrontare non una ma più materie in uno stesso giorno è consigliabile imparare sin da subito a dedicare tempo allo studio in modo incrociato. Dobbiamo alternare una materia e l’altra, non ridurci mai all’argomento settario. Se spaziamo, la mente si allarga e recepisce con maggiore vivacità e prontezza le informazioni. Se ci fossilizziamo su un unico argomento, la memoria lavora solo a breve termine e non conserva la conoscenza a lungo. Alternare significa lavorare sul meccanismo del ricordo. Quello che la mente aveva messo nello spazio a breve termine lo sposta nei ricordi consolidati per liberarsi e accogliere nuovi concetti. E procedendo in questo modo ricordiamo più a lungo e bene. Questa non è una novità assoluta. Lo si sapeva da tempo. Distrarsi, cambiare argomento, fa bene e libera la mente, la riattiva. Dunque meglio fare una pausa, lasciare perdere l’equazione e leggere una novella di Boccaccio. Far passare un po’ di tempo e tornare all’equazione.
Sono naturalmente piani mentali suggeriti dalle neuroscienze e da esperimenti parziali. Sono importanti ma non possono spiegare in assoluto come funziona l’apprendimento, anche perché ogni mente è diversa. Ognuno di noi impara in modo diverso. C’è l’intelligenza fotografica e quella concettuale, quella auditiva e quella matematica, quella geometrica e quella linguistica… Dipende da molteplici fattori, spesso ambientali altre volte genetici. Consigli del genere sono comunque utili. Lo studente li metterà alla prova e magari ne sarà soddisfatto. A quel punto ci congratuleremo con i neuropsichiatri dello studio. Per adesso ne prendiamo atto e continuiamo a sgobbare sui libri, ognuno a modo suo.