soldi insegnanti

Maledetti centocinquanta euro. Trenta pacchetti di sigarette o un paio di scarpe da ginnastica. Sono gli euro che lo Stato voleva trattenere ogni mese dallo stipendio degli insegnanti per recuperare quel “grande tesoro” indebitamente percepito nel 2013 dai professori delle scuole italiane grazie allo sblocco degli scatti. Il Governo ne aveva proprio bisogno e per il bene dell’Economia del Paese ha ordinato un prelievo coatto. Gli insegnanti sono insorti e l’ex ministro della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza, si schiera dalla loro parte. Cerchiamo di capire cos’è successo…

Nei giorni delle vacanze natalizie l’ex Ministero dell’Economia aveva chiesto ai docenti degli istituti italiani di restituire gli scatti stipendiali già percepiti nel 2013 con una trattenuta di centocinquanta euro mensili a partire da gennaio. I professori hanno protestato e con loro i sindacati, che hanno prontamente minacciato lo sciopero generale, e il Pd, che ha mandato una lettera-petizione al ministro Maria Chiara Carrozza e al premier Enrico Letta. Maria Chiara Carrozza era d’accordo con la petizione e già dalla mattina dell’8 gennaio 2014, aveva scritto a Saccomanni chiedendo di soprassedere. Un incontro veloce a Palazzo Chigi tra ministri e presidente diede i suoi frutti: ci fu marcia indietro sul taglio. Nessuno avrebbe toccato lo stipendio degli insegnanti italiani.

Tagli agli stipendi degli insegnanti – le possibili motivazioni

Quali sono le ragioni di chi voleva, e forse vuole ancora, il taglio? Secondo il Governo il recupero delle somme è un’azione legale, un atto dovuto da parte dell’amministrazione perché il Dpr n.122 entrato in vigore il nove novembre precedente aveva esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013. Tali soldi dovevano essere dunque recuperati direttamente o indirettamente perché non andavano “regalati” agli  insegnanti. Se il ministero dell’Istruzione non avesse voluto scontentare i professori avrebbe dovuto individuare altrove le risorse per risarcire lo stato. Si sarebbe dovuto fare ancora economia, razionalizzazioni di spesa per consentire di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione. Maria Chiara Carrozza non era d’accordo con tale posizione. L’ex ministro disse infatti che, a suo tempo, aveva chiesto di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendiali per il 2013 segnalando, tra l’altro, l’urgenza di un intervento.

Come al solito ci fu tanta confusione e a rimetterci sarebbero stati in ogni caso professori e alunni. Sappiamo con sicurezza che gli insegnanti non hanno dovuto restituire i centocinquanta euro percepiti nel 2013. Lo ha comunicato il Governo. Ma da dove sarebbero stati recuperati i soldi del buco? Sarebbero stati ulteriormente tagliati i fondi per la scuola? Nuove micro-tasse assurde? Tutto poteva essere nel Paese dove la scuola è (ed è sempre stato) l’ultimo dei problemi e gli insegnanti sono (e sono sempre state) tra le categorie meno pagate e rispettate.