Scrivere un tema non è un’operazione semplice. Ci vuole metodo e capacità. Il buon esito del lavoro non dipende sempre dall’essere portati o meno. Anche chi è dotato di talento nello scrivere cade spesso nelle stesse difficoltà di chi non ama molto la scrittura o non si sente troppo ferrato. Il tema dipende certo dall’abilità nell’esprimere in forma scritta idee, pensieri e parole ma riguarda anche la preparazione, l’organizzazione e il metodo. E se il talento non si può insegnare è comunque possibile cercare delle linee guida per imparare a realizzare temi ordinati, completi, esaustivi e centrati.
Come si fa il tema all’americana
Parliamo di tema utilizzando un lemma inadeguato, visto che da più di dieci anni in Italia la prova d’italiano alla maturità si è trasformata in forme diverse. L’analisi del testo, l‘articolo di giornale, il saggio breve e il testo argomentativo… Nonostante ciò durante gli anni di scuola i professori continuano a sottoporre agli studenti quello che era il vecchio tema. Sviluppare un concetto o un commento su una problematica storica, personale o sociale. Argomentare una nozione studiata. Analizzare un lavoro artistico o un fatto di cronaca… E in queste circostanze lo studente perde la bussola. Non sa infatti come affrontare la prova. Per l’articolo di giornale, il saggio breve e l’analisi del testo esiste infatti uno schema preciso che aiuta chi scrive a mantenersi nella traccia e di non andare, appunto, “fuori tema”…
Per il tema generico ci viene così in aiuto il modello anglosassone. Gli americani sono infatti preparati ad affrontare il tema seguendo uno schema preciso, in modo da semplificare la scrittura ed essere sicuri di aver sviluppato un testo coerente, organizzato e centrato.
La suddivisione in paragrafi
Gli americani suggeriscono di dividere il tema in cinque paragrafi, cinque parti, ossia di andare a capo (con capoverso) cinque volte. La prima parte è l’introduzione, dove lo studente deve affrontare in modo molto generale l’argomento suggerito dalla traccia. Lo si può fare parafrasando l’oggetto della traccia stessa, oppure citando una frase particolarmente adatta di qualche personaggio noto della letteratura, della storia, dell’arte. A conclusione dell’introduzione si deve invece esporre la propria posizione sull’argomento. Si è d’accordo o in disaccordo? Si è sensibili o poco preoccupati dalla questione? La seconda parte è la motivazione, dove lo studente deve spiegare il perché della propria opinione. Di solito è bene fornire motivazioni che non siano strettamente personali ma che possano essere “oggettive”, desunte cioè da una corrente di pensiero, da un’analisi della realtà o dal sentire comune. Gli americani dividono la motivazione in tre argomenti, si sforzano cioè di trovare almeno tre motivi, abbastanza articolati, che confermano la propria tesi (di cui uno può essere personale, come un’esperienza vissuta, un aneddoto, una storia esemplificativa…). Abbiamo c0sì scritto quattro parti (l’introduzione più tre argomentazioni) e siamo dunque giunti al quinto momento, cioè la conclusione. Qui tiriamo le fila del discorso. Ribadiamo cioè quello che abbiamo detto nell’introduzione alla luce degli argomenti svolti nella motivazione e cerchiamo di chiudere con una frase ad affetto e fortemente conclusiva. E se non si trovano frasi adatte si possono rielencare velocemente le tre argomentazioni della motivazione con tono deciso e risolutivo e il gioco è fatto.