disoccupazione giovanile

Notizie preoccupanti, situazioni che continuano a peggiorare? Precipiteranno? A giudicare dai dati di uno degli ultimi report Istat, c’è in effetti da preoccuparsi (tanto per cambiare). Il tasso di disoccupazione tra i giovani dello scorso Marzo era ancora alle stelle. Con una percentuale del 24,5%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su Febbraio, si conferma il dato più alto dell’anno ancora in corso, sebbene altri valori (come quello dei totali inattivi su tutte le fasce d’età) sia in calo.
Il tasso di disoccupazione giovanile per la fascia 15-24, a Marzo, contava 350.000 disoccupati, 5.000 in più rispetto al mese precedente. Sale l’occupazione nella fascia 25-34, invece, che sempre a Marzo contava “solo” 536.000 disoccupati, 46.000 in meno (-7,9 %) rispetto a Febbraio 2022.
Saranno tutti “choosy”, come ci definì l’ex ministro Fornero, oppure questa situazione è l’esempio calzante di come la situazione non sia comunque rosea, nonostante i vaghi miglioramenti?

Saremo una generazione di senza lavoro?

C’è tanta preoccupazione per una generazione, la nostra, che non intravede molte speranze nel futuro. Per tanti giovani che si chiedono se un giorno riusciranno a trovare un lavoro stabile. Per quel posto a tempo indeterminato che diventa l’unico obiettivo da raggiungere, non senza sgomitare e pestare i piedi in giro.

E’ triste pensare come a un giovane ventenne venga da chiedersi: farò parte di una generazione di senza lavoro?  Il pessimismo è dilagante nelle nuove generazioni e grande è lo scetticismo e il senso di solitudine. La crisi rende vecchi i giovani, levando loro ogni possibilità di crescita.  Proprio queste due macro categorie, quella di vecchio e quella di giovane, si trovano agli antipodi; sono fuori da un qualsiasi patto intergenerazionale.  E’ una crisi che non investe soltanto l’economia, ma anche i valori. E quei ragazzi che si trovano nello stato obbligato di “bamboccioni” non ne sono certo entusiasti.