L’Italia, si dice da più parti, potrebbe vivere di arte, cultura e turismo. La crisi potrebbe essere sconfitta dalla bellezza che nel nostro Paese abbonda in ogni angolo e regione. I giovani dovrebbero per questo formarsi nel campo della conservazione e della tutela dell’arte. Se la politica riuscisse a mettere a fuoco un progetto serio di risanamento istituzionale, economico e culturale, si potrebbe guadagnare e costruire un nuovo futuro partendo dagli oggetti d’arte e i monumenti che caratterizzano la nostra penisola, il giardino d’Europa.
Il restauro potrebbe dare lavoro a moltissimi giovani
Ci sono intere città da recuperare, a partire dall’Aquila, che secondo alcuni può ancora diventare il più grande cantiere artistico del mondo, con opere da tutelare, recuperare e mantenere, nonostante siano passati 13 anni oramai dal terribile sisma che ne rase al suolo buona parte del territorio. Pitture, statue, monumenti, luoghi da riscoprire o da liberare, dove andrebbero rimossi elementi ritenuti di scarso valore storico-artistico.
Bisogna però specializzarsi. Imparare ad amare, trattare e far rinascere le opere d’arte. Il restauro non solo lavora con l’arte ma è essa stessa una materia d’arte. Esiste la famosa Carta del Restauro di Atene (del 1931) che fissa i campi e i limiti di questo stupendo lavoro in regole e massime da rispettare. Documento poi approvato anche in Italia e ampliato attraverso la Carta del Restauro italiana, del 1932. In realtà l’Italia aveva già una documentazione di fine ‘800, votata al termine del IV Congresso degli Ingegneri ed Architetti. Le scuole di pensiero sull’argomento sono diverse. C’è chi considera il restauro un lavoro d’artista, chi invece lo intende come prevenzione, azione di conservazione materiale e formale degli oggetti tutelati dalla Stato. Ci sono poi gli istituti che insegnano le tecniche specifiche di intervento.
Le scuole che forniscono questo tipo di formazione ci sono, e di qualità. A Roma c’è l’Istituto Centrale per il Restauro. Una scuola che conferisce un diploma di restauratore. Il corso è di quattro anni e vi si accede dopo un esame il cui bando viene pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale. A Ravenna c’è la più importante scuola di restauro per mosaici. A Mantova si trova l’istituto Santa Paola, nato nel 1990. Una scuola con un programma di tre anni che offre attività sul campo e stage in aziende. A Firenze, città d’arte per antonomasia, c’è l’Istituto per il Restauro e per l’Arte Palazzo Spinelli. L’Opificio delle Pietre Dure, sempre a Firenze, è un istituto autonomo con laboratori all’avanguardia. Il corso dura quattro anni. A Roma c’è un istituto per il restauro dei libri, il famoso istituto centrale di patologia del libro, un organo del Ministero per i Beni Culturali che tutela i materiali cartacei. Sono tutte scuole di alta formazione.
Un possibile sbocco per il futuro e la civiltà.