scuola doppiaggio

Come si diventa doppiatori? Per passione innanzitutto e con gli agganci giusti. Indispensabile è possedere una voce espressiva, caratteristica o particolarmente versatile, predisposizione alla recitazione, amore per il cinema e voglia d’imparare. Il doppiaggio va infatti insegnato, è una tecnica precisa che non può essere improvvisata. Bisogna per forza di cose lavorare in un ambiente specifico, in uno studio di registrazione di ambiente televisivo, cinematografico o radiofonico. Ci sono parecchie scuole dedicate al doppiaggio, spesso gestite da famosi doppiatori o addetti ai lavori. I costi sono alti e l’inserimento nel mondo del lavoro non è garantito.

Un mondo a porte chiuse

In Italia si assiste infatti a un fenomeno strano… Fateci caso, le voci che sentiamo al cinema, in televisione, sono sempre le stesse. Capita anche di vedere uno dopo l’altro un telefilm, poi un film, una pubblicità e un documentario tutti con la stesso doppiatore. Una voce troppo bella o un doppiatore troppo bravo, verrebbe da pensare… E invece no. Il problema è che la categoria cerca di mandare avanti un mondo chiuso, familiare, dove i soliti noti organizzano e gestiscono il doppiaggio, inserendo se stessi, gli amici, i parenti e i sodali nella squadra. Non è una polemica ma una chiara constatazione. Solo in Italia esistono famiglie, dinastie, specializzate nel doppiaggio. Rinaldi, Izzo, Rossi, Pasanisi, De Ambrosis, Di Meo, Temperini, Lopez, Lionello… Certo, si pensa e si dice che la tradizione italiana di doppiaggio è la migliore al mondo, ma il risultato forse non dipende esclusivamente dai doppiatori. Credo non sia da trascurare il fatto che l’Italia è tra i Paesi che investe di più sul doppiaggio. I film sono tutti tradotti e risonorizzati, spesso anche quelli italiani, e ne consegue una qualità maggiore, per forza di cose legata a tecniche più sofisticate e esiti più incoraggiati. E non di rado si assiste al pietoso coinvolgimento nel doppiaggio di personaggi già famosi, anche incapaci, come presentatori, calciatori…

Chi vuole provare la via del doppiatore non deve per forza spostarsi a Roma. Ormai le scuole di doppiaggio sono in ogni grande città. A Milano, Firenze, Bologna, Napoli, Bari… I corsi vanno dai 500 euro ai 5000 euro, dipende dalle ore di lezione e dalla qualità dei docenti. Molto spesso sono previste collaborazioni finali nel doppiaggio di un prodotto reale. Un’esperienza questa che diventa per molti aspiranti doppiatori abbaglio, esca mortale. Chiunque voglia entrare a far parte del mondo del doppiaggio deve insomma lottare e sgomitare, provare ad emergere in un microsistema dalle regole oscure e scarsamente meritocratico.  Attenzione dunque alle offerte e alle possibilità. Evitare per esempio le scuole con una proposta didattica troppo ampia e vaga può essere un ottimo suggerimento. Ci sono scuole che accanto alle tecniche di doppiaggio insegnano dizione, adattamento dei dialoghi, traduzione, public speaking… E non promettono nulla di buono. Hanno sempre più successo le scuole di doppiaggio dei cartoni. Un universo in teoria più aperto ma comunque offuscato dall’ombra nera dei doppiatori televisivi e cinematografici.