Il tirocinio all’università è un modo per integrare i ragazzi nel mondo del lavoro, o semplicemente un aiuto ad alcuni laboratori e aziende? Cerchiamo di capirne di più, perché vengono svolti, i modi, l’interazione e la reale utilità. Diciamo subito che il tirocinio all’università non è di obbligo in tutti i corsi di laurea, ma è comunque raccomandato a qualsiasi studente per fare esperienza ed acquistare conoscenze non solo tecniche e procedurali, ma anche umane, delle risorse che ad oggi sono imprescindibili.
I tentativi dei governi passati
Come ben saprete, il mondo del lavoro è cosa assai diversa dall’università e nonostante gli appelli e le dichiarazioni fatte dall’ex Governo Renzi proprio sulla scuola e l’università, circa la sua integrazione con il mondo del lavoro, purtroppo, ad oggi, la parola “lavoro”, non la si può considerare ancora un naturale epilogo dello studio universitario.
La media italiana del triennio 2010-2013 testimoniava che il 42,5 % dei giovani sotto i 30 anni erano disoccupati, con punte del 45% in Sicilia, dove la metà di questi erano perfino laureati.
La situazione, oggi, non è di molto migliorata.
E’ chiaro come, in una situazione come questa, uno studente si domandi della reale utilità del tirocinio formativo, che dovrebbe non solo far acquistare conoscenze, ma anche inserire la persona in parte, o meglio quasi del tutto, nel campo per cui ha studiato tanti anni.
I pro e i contro
Il tirocinio all’università però mantiene delle caratteristiche che di per se sono utili. In alcuni casi infatti, con questo, i ragazzi riescono davvero ad avere una reale consapevolezza del mercato del lavoro, grazie specialmente alle esperienze fatte all’esterno. In più, specie per coloro che scelgono di effettuare il proprio tirocinio in laboratorio, (vedi materie scientifiche come chimica o altre) il reale apprendimento, attraverso l’utilizzo di strumenti avanzati, diventa cosa molto importante, su cui si possono sviluppare oltre che tesi, sopratutto una reale professionalità in determinati ambiti.
Seppure le esperienze che voi stessi universitari ci raccontate sono molto varie, e dipendono dal corso scelto, le pecche sono ancora presenti. Su tutte, il numero di ore in molti casi non viene rispettato, ma anzi, viene aumentato di molto per “necessità aziendali”. In altri casi, anche il tipo di mansione che si ricopre molte volte “sfora”, e un semplice apprendimento diventa un vero e proprio lavoro non retribuito. Per il proprio tirocinio quindi è sempre bene informarsi sulle possibilità, e la reale utilità, che questo ha per il nostro futuro, cercando di scegliere tra le possibilità che ci vengono offerte, la cosa che più potrebbe avvicinarsi ad un reale sbocco lavorativo. Affrontare uno stage è comunque un modo per apprendere, nel bene o nel male, a seconda di ciò che la società del lavoro ci offre. Lo stage o tirocinio sarà perfetto e gratificante, quando anche il mondo del lavoro lo sarà del tutto, e per questo noi giovani dovremo lavorare molto.