Una tecnologia low-cost applicata per il meglio, grazie ad una “semplice” idea, ed alla volontà di alcuni ingegneri che non si sono fermati davanti alle difficoltà. Questo è in poche e semplici parole il “Project Daniel“. Questo progetto è nato nel 2013 dall’idea di Mick Ebeling famoso ingegnere e CEO di diversi progetti. Mick dopo aver letto un articolo che raccontava la storia di un ragazzo di 14 anni con entrambe le braccia amputate, ha deciso di partire per il Sudan con un’idea in testa. A causa della devastante guerra che impazza nel Sudan decine di persone perdono la vita e molte volte rimangono mutilati. Mick per questo motivo decide nel 2012 di intraprendere una strada che l’avrebbe portato alla creazione di questo progetto, con un’idea innovativa che migliora la vita di queste povere vittime.
Da una semplice idea, una rivoluzione
L’idea alla base è semplice. Portare una stampante 3D in Sudan per creare delle protesi ai mutilati di guerra. Per farlo Mick ha coinvolto nel progetto diverse persone, che visto il bene di questa iniziativa, hanno subito aderito al progetto. Tecnicamente, punto di nostro interesse, è la parte che è stata sviluppata per creare queste protesi. Un connubio di hardware e software, adatto a creare protesi semplici e dal basso prezzo di produzione. Questo è stato il fulcro di tutta questa iniziativa. Mick ha creato il software principale, che poggiandosi su un modello molto economico di stampante 3D è riuscito, e riesce tutt’ora, a creare protesi. Tom Catena, medico che ha curato e seguito Daniel il ragazzo di 14 anni dell’articolo del Times, ha naturalmente accolto la volontà di Mick in maniera positiva, ed ha deciso nel 2012 di affiancarlo.
Nel giro di qualche mese, Daniel è riuscito a mangiare da solo, e la notizia ha fatto il giro del mondo avendo un’impatto molto forte sulla comunità. Ora creare protesi con stampanti 3D è diventata una cosa tristemente comune, in quanto la guerra è ancora nel vivo, ed i mutilati sono molti. Una semplice idea, che ad ora ha cambiato la vita già a decine di persone. Mick Ebeling è tornato nel suo paese, gli USA, ma il progetto sicuramente non si è chiuso. Al contrario questa storia è diventata punto di riferimento per altri progetti simili e che vedono la creazione di diversi e più disparati materiali con queste nuove stampanti 3D.
Per coloro di voi che vogliono capire meglio il funzionamento delle stampanti 3D possono dare un occhio al completo articolo dedicato da Wikipedia alla stampa 3D. Qui troverete diverse risorse che trattano questa tecnologia in diversi settori. Sicuramente per ora la funzione più adatta a questa nuova tecnologia è stata trovata da Mick Ebeling. Quando la tecnologia è utile al sociale infatti non c’è miglior utilizzo.