geek evolution

La conoscenza e la ricerca di risposte a domande più o meno importanti, ha portato l’uomo ad accumulare un bagaglio di conoscenze incredibile, e ancora sono tante le sfide per il futuro: ma dove ci porterà la geek evolution?

Geek evolution: dove arriverà la conoscenza?

Dopo avervi raccontato in modo più o meno succinto quali siano le peculiarità dei geek, in uno dei nostri ultimi post in cui abbiamo messo a confronto geek e nerd, oggi vogliamo interrogarci con voi su una questione che interessa tutti noi, vale a dire, quale possa essere il futuro della conoscenza umana e quanto è importante la geek evolution per tutti noi.

Per spingere le persone a riflettere su questo argomento, sono stati creati quesiti più o meno chiari, così come è avvenuto con la geek evolution t-shirt: in questo caso, attraverso un semplice – ma simpatico e sicuramente accattivante capo d’abbigliamento – ci si è domandati come l’uomo geek potesse essere all’origine e come, lo stesso, si presenta oggi.

Ebbene, se ieri – alle origini della presenza dell’uomo sulla terra – i nostri antenati si dovevano preoccupare di costruire strumenti per la caccia più o meno evoluti, imparando a dominare ed elaborare i materiali naturali, oggi, l’uomo geek si pone come obiettivo sfide molto più grandi, come per esempio, ridurre i consumi energetici e l’impatto dell’uomo sull’ecosistema.

Per ridurre il consumo di risorse nelle attività tradizionali umane, si è pensato prima di tutto alla rivoluzione digitale: quest’ultima ha permesso di contenere in spazi sempre più piccoli oggetti che, se realizzati fisicamente, avrebbero potuto già esaurire – nel presente – lo spazio a disposizione sull’interno pianeta, con danni incredibili e la messa in discussione della sopravvivenza umana.

Ma ora, siamo ad una nuova svolta: e per alcuni versi, non è difficile intravedere in dispositivi come gli occhiali intelligenti a realtà aumentata il tentativo di arrivare a far dialogare la macchina con la mente umana senza l’interazione di vecchio tipo, superando ulteriormente quell’ostacolo fisico costituito dall’uso di un dispositivo che sia “esterno” all’autocoscienza di sé dell’essere umano.

Ed è proprio qui che sarà destinato a giungere l’uomo geek del futuro? In un mondo in cui non dovrà più nemmeno preoccuparsi di dettare all’assistente vocale le azioni che intende intraprendere con un terminale elettronico? Ma tutto ciò non finirà per ridurre in modo sempre più marcato la capacità umana di esprimersi senza il condizionamento di uno strumento?

Sapremo ancora scrivere di nostro pugno un pensiero finito senza l’ausilio di correttori ortografici capaci di relazionarsi direttamente con il nostro processo di formazione del pensiero e di una frase? Voi cosa ne pensate?